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25 Luglio 2014

Vacanze al sole per prevenire l’osteoporosi

Le vacanze al sole contribuiscono a prevenire l’osteoporosi: alla vigilia delle tradizionali ferie di agosto, gli esperti della Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) lanciano l’invito all’esposizione ai raggi solari che, con le dovute cautele e protezioni, stimolano nell’organismo la produzione di Vitamina D naturale.

In Italia, il 70% della popolazione soffre di ipovitaminosi D, con conseguente riduzione della disponibilità di calcio e un depauperamento progressivo dello scheletro. Un importante fattore di rischio per l’osteoporosi e per le fratture, di cui soffrono prevalentemente le donne.

La SIOMMMS rilancia una facile ricetta per la prevenzione: alimentazione ricca di calcio (che può essere assunto con il latte e i suoi derivati) e costante esposizione al sole, che stimola la produzione di Vitamina D, nutriente dal ruolo fondamentale per le funzioni neuromuscolari, metaboliche e soprattutto per il rafforzamento osseo.

“L’estate è il periodo dell’anno in cui c’è più luce e durante le vacanze è più facile prendere il sole, stimolando quindi la sintesi di Vitamina D – spiega il Presidente della SIOMMMS Giancarlo Isaia, Direttore del Dipartimento di Geriatria e Malattie Metaboliche dell’Osso all’Ospedale Molinette di Torino –; esponendosi ai raggi solari per 20 minuti al giorno per 5 giorni alla settimana, scoprendo almeno le braccia, il viso e le gambe e assumendo alimenti come olio di fegato di merluzzo (10.000 UI per 100 gr.), sgombro sotto sale (1.006 UI per 100 gr.), anguilla (932) e salmone affumicato (685) è possibile ottenere una riduzione sensibile del rischio di fratture dato dalla fragilità ossea”. Ù

L’invito a prendere il sole a vantaggio della salute delle ossa fa parte dell’azione di sensibilizzazione che gli esperti della Società scientifica stanno portando avanti per combattere l’ipovitaminosi D e per prevenire il rischio di fratture. “L’osteoporosi è una malattia che in Italia colpisce 4,5 milioni di persone e va quindi trattata come una patologia di priorità sanitaria e sociale – continua il professor Isaia -. Facendo cultura su questo tema, risultano alti i benefici attesi in termini di qualità di vita dei pazienti e di costi sociali sensibilmente abbattuti. Il percorso di prevenzione è articolato ma uno stile di vita corretto, con attività fisica all’aria aperta, alimentazione equilibrata ed esposizione al sole è sicuramente un buon punto di partenza”.