E’ stimato che le donne perdano circa il 30% della loro massa ossea dal momento della menopausa [1]. Tuttavia queste pazienti non raggiungono i criteri per la prescrizione di farmaci anti-riassorbitivi come gli amino-bifosfonati fino al momento della prima frattura o della importante riduzione della densità minerale ossea (DMO), fallendo in ambito di prevenzione. Vista la lunga emivita scheletrica di questi farmaci, è stata posta grande attenzione sulla prevenzione della perdita della DMO con brevi cicli di bifosfonati [2]. Alcuni studi hanno infatti dimostrato l’efficacia di tale approccio nelle donne in epoca peri-menopausale, senza però mai chiarire se tale effetto sia imputabile alle caratteristiche della popolazione selezionata, alla molecola di amino-bifosfonato scelta o alla durata del ciclo terapeutico. La metanalisi di Ardebili e colleghi si propone di chiarire questi punti.
Sono stati selezionati studi che rispettavano i seguenti criteri di inclusione: studi controllati randomizzati condotti in donne in epoca peri-menopausa o entro i cinque anni dall’ultima mestruazione; studi di intervento con terapia con amino-bifosfonati (risedronato, alendronato, ibandronato, zoledronato); studi di comparazione con un placebo. Ogni studio doveva avere una durata di almeno 12 mesi e riportare dati su DMO calcolata tramite MOC-DEXA sulla colonna lombare, collo femorale e bacino, e dati su marcatori del turn-over osseo [telopeptide carbossi-terminale (CTX), telopeptide amino-terminale (NTX), propeptide amino-terminale del procollagene di tipo 1 (P1NP), fosfatasi alcalina ossea (bsALP)]. Criteri di esclusione erano: studi che includevano animali, uomini, donne in età pre-menopausale, donne a più di cinque anni dall’ultima mestruazione, soggetti affetti da osteoporosi secondaria.
Una ricerca iniziale aveva identificato 8836 risultati. A seguito dell’applicazione dei criteri di esclusione sono stati selezionati 12 articoli, comprendenti 1722 soggetti di sesso femminile in età peri-menopausa. Cinque studi hanno valutato l’efficacia della terapia con alendronato, tre con risedronato, tre con ibandronato ed uno con zoledronato.
Il rischio di frattura è stato riportato solo in tre studi, non appropriati per condurre tale tipo di analisi.
In studi con un follow-up di 12 mesi, la terapia con amino-bifosfonati ha dimostrato un miglioramento della DMO del 4.32% sulla colonna lombare, del 2.56% sul collo femorale e del 1.22% sul bacino. In studi condotto follow-up superiore, la DMO migliorava del 5.81% sulla colonna lombare, del 3.89% sul collo femorale e del 4.09% sul bacino.
Per i marker di turnover osseo, il NTX si riduceva del 52.23% e la bsALP del 34.22% dopo 12 mesi.
Solo otto studi hanno riportando una incidenza di reazioni avverse simile nei soggetti trattati con amino-bifosfonati e nei soggetti trattati con placebo.
In conclusione, lo studio ha dimostrato che gli amino-bifosfonati migliorano la DMO e riducono i marcatori di turn-over osseo comparati con placebo in donne in età peri-menopausa o entro i cinque anni dall’ultima mestruazione e che l’effetto di questi farmaci in questa popolazione è comparabile a quello ottenuto in donne più anziane. E’ possibile che in futuro strategie di prevenzione basate sull’uso di amino-bifosfonati nel periodo intorno alla menopausa possa consentire di preservare la massa ossea, riducendo il fardello dell’osteoporosi nella popolazione più anziana.
Commento all’articolo di Ahadzadeh Ardebili, Aria et al. “Bisphosphonates Preserve Bone Mineral Density and Suppress Bone Turnover Markers in Early Menopausal Women: A Systematic Review and Meta-Analysis of Randomized Trials.” JBMR plus vol. 7,6 e10748. 14 Apr. 2023, doi:10.1002/jbm4.10748
Bibliografia
- Johnston CC Jr, Hui SL, Witt RM, Appledorn R, Baker RS, Longcope C. Early menopausal changes in bone mass and sex steroids. J Clin Endocrinol Metab. 1985;61(5):905–911
- Farr JN. Very infrequent zoledronate therapy—somehow still promisingly effective. J Clin Endocrinol Metab. 2020;105(6):e2289–e2