Osteoporosi, FDA approva abaloparatide

Osteoporosi, FDA approva abaloparatide

Dopo quasi 15 anni, la FDA (Food and Drug Administration) ha approvato un nuovo farmaco osteo-anabolico per la terapia dell’osteoporosi. Si tratta dell’abaloparatide, che ha ricevuto l’indicazione per la terapia di donne in post-menopausa con osteoporosi ad alto rischio di frattura per pregressa frattura osteoporotica, presenza di multipli fattori di rischio per frattura o in pazienti che non hanno risposto o sono intolleranti ad altre terapie anti osteoporosi. Sviluppato dalla biotech americana Radius, sarà posto in commercio con il marchio Tymlos.

Analogo sperimentale del peptide correlato all’ormone paratiroideo – PTHrP (1-34), l’abaloparatide è un farmaco osteo-anabolico che in modelli preclinici e in uno studio di fase III è stato in grado di indurre un netto incremento della densità minerale ossea a livello del rachide e degli altri siti scheletrici.

Attualmente, il trattamento farmacologico dell’osteoporosi prevede diversi farmaci anti-catabolici, ma un solo farmaco anabolico, il teriparatide. Da ciò deriva il grande interesse degli specialisti per nuove opzioni terapeutiche ad effetto anabolico. Infatti, i farmaci in grado di ricostruire l’osso sono molto importanti per i casi più gravi di osteoporosi.
A differenza del teriparatide, l’abaloparatide ha una minore affinità di legame con il recettore per il PTH (che è lo stesso per i due farmaci). Ciò gli conferisce particolari caratteristiche di farmacodinamica, determinando un maggior effetto anabolizzante rispetto al teriparatide.

La dose raccomandata di abaloparatide è di 80 μg somministrati per via sottocutanea una volta al giorno nella regione periombelicale dell’addome. I pazienti devono ricevere supplementazioni di calcio e vitamina D se l’apporto dietetico è inadeguato.
Non è raccomandato l’uso cumulativo di abaloparatide e teriparatide per oltre 2 anni durante l’arco della vita del paziente.
Dagli studi sinora condotti, non è chiaro se abaloparatide sia più efficace di teriparatide nel ridurre il rischio di frattura.

Durante la sperimentazione sul ratto, il farmaco ha causato un aumento dose-dipendente dell’incidenza di osteosarcoma. Tale effetto è stato osservato in caso di esposizione sistemica all’abaloparatide superiore dalle 4 alle 28 volte rispetto alla dose utilizzata nell’uomo. Non è noto se abaloparatide possa aumentare il rischio di incidenza di osteosarcoma negli esseri umani. L’uso di abaloparatide non è raccomandato nei pazienti ad aumentato rischio di osteosarcoma, inclusi quelli con malattia ossea di Paget o elevazioni inspiegabili di fosfatasi alcalina, epifisi aperte, metastasi ossee o malignità scheletriche, patologie ereditarie predisponenti all’osteosarcoma o precedente irradiazione scheletrica.

Studi registrativi
L’approvazione dell’abaloparatide si è basata sui risultati a 18 mesi dello studio ACTIVE (Abaloparatide Comparator Trial In Vertebral Endpoints) e dei primi 6 mesi dello studio ACTIVExtend.

Nello studio ACTIVE, condotto su oltre 2000 donne in post-menopausa con osteoporosi, abaloparatide per via sottocutanea rispetto al placebo, è risultato associato a una significativa riduzione del rischio relativo per nuove fratture vertebrali (- 86%) e fratture non-vertebrali (- 43%). Le riduzioni del rischio assoluto sono state rispettivamente del 3,6% e del 2,0%.

I benefici sono risultati significativi indipendentemente dall’età, anni dalla menopausa, presenza o assenza di pregresse fratture (vertebrali o non-vertebrali) o dai valori di densità minerale ossea (BMD) al basale.

Nel ACTIVExtend, circa 1100 pazienti che hanno completato i 18 mesi di studio con abaloparatide o placebo previsti nel trial ACTIVE hanno ricevuto alendronato in aperto per un massimo di 24 mesi. I dati dei primi 6 mesi di ACTIVExtend hanno dimostrato, nel gruppo precedentemente trattato con abaloparatide una più elevata BMD e una riduzione significativa del rischio di frattura.