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Quali sono le cause dell’osteoporosi

 

l processo metabolico di rinnovamento del tessuto osseo prende il nome di rimodellamento osseo. In condizioni normali, tale processo ha luogo secondo una sequenza prestabilita.

Prima entrano in azione gli osteoclasti, che erodono piccole zone di osso provocando la formazione di piccole cavità; questa fase è quella del riassorbimento, grazie alla quale nel sangue che irrora l’osso vengono liberati il calcio e gli altri minerali che formano il tessuto osseo.

In seconda battuta intervengono gli osteoblasti, che riempiono le cavità di riassorbimento con nuovo osso calcificato (fase di deposizione).

Le due fasi si alternano con cicli continui della durata complessiva di 90 giorni ciascuno.

Quando la quantità di osso riassorbito equivale a quella di osso neoformato, il bilancio tra uscite ed entrate è in pareggio e il tessuto si trova in una condizione di equilibrio metabolico. In ogni momento, in un dato osso, ci sono zone in cui sta avendo luogo un riassorbimento e zone in cui si ha deposizione di nuovo tessuto osseo, ma in un osso sano a una zona di distruzione corrisponde sempre una zona di costruzione. Se alla fine di una serie di cicli, tuttavia, l’osso riassorbito è più di quello neoformato si instaura prima una condizione chiamata osteopenia (letteralmente “povertà ossea”) e poi, quando la quantità di minerali depositata nell’osso scende al di sotto di una certa soglia, una vera e propria osteoporosi.

Questa situazione può dipendere dal fatto che gli osteoclasti lavorano troppo, che gli osteoblasti lavorano troppo poco o dall’insieme di questi due fattori combinati. Dato che il rimodellamento nel suo insieme è regolato da numerosi fattori (per esempio, ormoni, farmaci, attività fisica, patologie locali, ecc.) le cause che possono condurre a uno squilibrio tra processi di distruzione e deposizione, e quindi all’osteoporosi, sono molteplici.

Il risultato finale di questo squilibrio è, da un lato, una riduzione della quantità di minerali depositata nell’osso, e quindi della densità minerale ossea, e dall’altro un deterioramento della sua architettura microscopica. Un osso, infatti, può essere visto come un grosso condominio con moltissime stanze, le cavità trabecolari, separate da pareti, rappresentate dalle trabecole, formate da mattoni cementati tra loro dai depositi di sali minerali.

In un osso osteoporotico ci sono meno trabecole, quelle rimaste sono diventate più sottili, le cavità sono diminuite di numero e diventate più ampie, e il tutto è tenuto assieme da una minore quantità di cemento. La conseguenza di questi fenomeni è che l’intero edificio risulta indebolito dal punto di vista strutturale, meno compatto e più poroso (da cui il nome osteoporosi), e quindi più incline alle fratture.