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Quali sono i principali fattori di rischio di osteoporosi?

 

Alcune persone hanno più probabilità di avere l’osteoporosi rispetto ad altre perché presentano uno o, nella maggior parte dei casi, più fattori di rischio di sviluppare questa condizione.
Alcuni hanno un peso maggiore di altri e maggiore è il loro numero in un dato individuo, maggiore è la probabilità che quell’individuo diventi osteoporotico. D’altro canto, ci sono anche soggetti che sviluppano la malattia pur non avendo nessuno dei fattori di rischio attualmente conosciuti.
Alcuni fattori di rischio sono non modificabili, mentre altri dipendono da abitudini di vita e alimentari, e sono quindi modificabili; per esempio, adottando uno stile di vita sano si può ridurre il rischio di osteoporosi e, di conseguenza, il rischio di fratture ad essa associato.

Altri fattori di rischio ancora sono legati alla presenza di malattie concomitanti e/o all’impiego di determinati farmaci che possono causare una perdita di osso. Chi ritiene di avere alcuni di questi fattori di rischio dovrebbe parlarne col proprio medico per valutare assieme a lui se sia necessario sottoporsi a un esame densitometrico (la MOC) per verificare se abbia o meno l’osteoporosi e adottare misure di prevenzione per proteggere le ossa.

Fattori di rischio non modificabili

I principali fattori di rischio non modificabili sono:

1. l’età;
2. il sesso femminile;
3. la menopausa;
4. la familiarità;
5. la razza;

Età. Anche se l’osteoporosi può colpire persone di qualsiasi età, è molto più frequente nelle persone anziane che non in quelle giovani ed è considerata una malattia tipica dell’invecchiamento, anche se non tutti gli anziani hanno l’osteoporosi. Chiunque, infatti, quando invecchia va incontro a una riduzione della massa ossea, che inizia intorno ai 50 anni e aumenta progressivamente col passare del tempo. In alcune persone, tuttavia, la perdita di osso è maggiore o avviene più velocemente che in altre.

Sesso femminile. La donna ha una probabilità maggiore rispetto all’uomo di avere l’osteoporosi per diversi motivi. Innanzitutto, ha di per sé uno scheletro più leggero e sottile di quello maschile e quindi parte in relativo svantaggio; in secondo luogo, dopo la menopausa va incontro a un brusco calo degli estrogeni che causa una perdita accelerata di densità ossea; infine, vive in media più a lungo dell’uomo e quindi può perdere massa ossea per un arco di tempo maggiore. Secondo alcune stime, l’osteoporosi colpisce il 15% delle donne di 50 anni e il 50% di quelle di 80. Tuttavia, l’osteoporosi non riguarda solo il sesso femminile. Possono esserne affetti anche i maschi ed è stato calcolato che un uomo al di sopra dei 50 anni ha più probabilità di andare incontro a una frattura dovuta all’osteoporosi che non di avere un cancro alla prostata nel corso della vita. Le cause dell’osteoporosi negli uomini non sono del tutto note, anche se è sicuramente implicato il testosterone, che ha un ruolo importante nella salute dell’osso. Gli uomini continuano a produrre testosterone anche quando invecchiano, sebbene i livelli ormonali si riducano gradualmente con l’avanzare degli anni, ma si è visto che a parità di età, i soggetti con livelli più bassi di questo ormone hanno un rischio maggiore di osteoporosi.

Menopausa. Nella donna, gli ormoni sessuali femminili, gli estrogeni, hanno tra le proprie importanti funzioni anche quella, fondamentale, di proteggere le ossa. Dopo la menopausa i livelli degli estrogeni si riducono rapidamente e questo può portare a una rapida riduzione della densità ossea. In molte donne, la perdita di massa ossea che porta all’osteoporosi ha inizio proprio dopo la menopausa. Il rischio di osteoporosi aumenta ulteriormente nelle donne che hanno una menopausa precoce (prima dei 45 anni) e in quelle in cui viene indotta una menopausa chirurgica, causata dall’asportazione dell’utero e di entrambe le ovaie.

Familiarità. La genetica e l’ereditarietà giocano un ruolo di primo piano nello sviluppo dell’osteoporosi e nella suscettibilità alle fratture. Chi ha avuto genitori o parenti osteoporotici ha, a sua volta, un rischio più alto di osteoporosi e di fratture per motivi genetici, costituzionali e ambientali, soprattutto se in famiglia ci sono stati casi di fratture dovute a fragilità ossea, in particolare di femore.

Razza. L’osteoporosi è più frequente nelle popolazioni caucasiche (europei e nordamericani) e asiatiche che non in quelle africane e di discendenza ispanica.

Fattori di rischio modificabili

Alcuni fattori di rischio di osteoporosi sono legati allo stile di vita e alle abitudini nutrizionali, per cui possono essere modificati. I principali fattori di rischio modificabili sono:

1. un apporto insufficiente di calcio e vitamina D;
2. una dieta povera di frutta e verdura;
3. un eccesso di proteine, sodio e caffeina;
4. il consumo eccessivo di alcool;
5. il fumo;
6. la magrezza eccessiva e una costituzione minuta;
7. la vita sedentaria.

Apporto insufficiente di calcio e vitamina D. Il calcio è un costituente fondamentale dell’osso ed è quindi essenziale per la sua salute. Una dieta povera di calcio ha conseguenze negative per le ossa a qualunque età. Quando si è giovani, un apporto inadeguato di questo sale minerale impedisce il raggiungimento del picco di massa ossea ottimale nella fase cruciale della crescita e dello sviluppo; da adulti, la carenza di calcio favorisce la progressiva demineralizzazione dell’osso. Ogni giorno l’organismo perde una certa quota di calcio con le urine; se questa perdita non viene compensata con la dieta, il corpo è obbligato a prelevarlo dall’osso per mantenere nella norma i livelli plasmatici del minerale, provocando una riduzione della densità e della massa ossea. La vitamina D è importante perché aiuta l’organismo a utilizzare il calcio. Quando l’organismo non riesce a ottenere abbastanza vitamina D o non riesce ad assorbirla adeguatamente, il rischio di perdita ossea e di osteoporosi aumenta. Il fabbisogno di calcio e vitamina D non è uguale per tutti. Nella tabella *** sono riportati gli apporti giornalieri raccomandati di queste due sostanze a seconda del sesso e dell’età.

Dieta povera di frutta e verdura. Seguire una dieta equilibrata, con un contenuto adeguato di frutta e verdura, è importante per mantenere le ossa in buona salute. Attraverso questi alimenti, l’organismo può introdurre nutrienti come il magnesio, il potassio e la vitamina K, che pure hanno un ruolo importante per la salute dell’osso in aggiunta al calcio e alla vitamina D. Con una dieta ben bilanciata il corpo dovrebbe essere in grado di ottenere dagli alimenti quantità sufficienti delle sostanze importanti per le ossa. Nei casi in cui l’apporto alimentare sia insufficiente, come può accadere a chi ha problemi di malassorbimento intestinale o a chi soffre di disturbi alimentari, potrebbe essere indicata l’assunzione di integratori, che dovrebbero, però, essere sempre prescritti dal medico e non assunti di propria iniziativa.

Eccesso di proteine, sodio e caffeina. Una dieta troppo ricca di proteine e un consumo eccessivo di sodio e caffè possono danneggiare l’osso, perché inducono perdita di calcio con le urine. Secondo alcuni studi, anche le persone che bevono regolarmente Coca Cola potrebbero essere a rischio aumentato di perdita di osso.

Consumo eccessivo di alcol. Bere troppo alcol può ridurre la formazione di nuovo osso e aumentare la probabilità di cadute e fratture. Inoltre, i forti bevitori sembrano non introdurre quantità sufficienti di calcio con la dieta. Tuttavia, si è visto che un consumo moderato di alcool, non più di 2-3 bicchieri al giorno, non mina la salute dello scheletro.

Fumo. Il fumo danneggia l’osso in modi diversi. Alcune delle sostanze chimiche contenute nel fumo hanno un effetto tossico diretto sulle cellule del tessuto osseo responsabili della formazione dell’osso. Inoltre, il fumo può ostacolare l’assorbimento del calcio dagli alimenti e, nelle donne, può anticipare l’età della menopausa.

Magrezza eccessiva e costituzione minuta. In entrambi i sessi, le persone molto magre e minute, con un indice di massa corporea (BMI, dall’inglese Body Mas Index) inferiore a 19, hanno più probabilità di avere l’osteoporosi rispetto a quelle più robuste, che tuttavia non sono necessariamente risparmiate da questo problema.

Vita sedentaria. L’inattività facilita la perdita di massa ossea. Pertanto, le persone allettate a lungo, costrette a un’immobilizzazione protratta a causa di una malattia o, semplicemente, molto sedentarie hanno un rischio più alto di osteoporosi rispetto a quelle che praticano attività fisica e hanno uno stile di vita attivo. Lo scheletro delle persone inattive o sedentarie, infatti, reagisce alla riduzione delle forze applicate dai muscoli sull’osso riducendone la mineralizzazione e indebolendosi. Al contrario, un’attività fisica anche moderata, ma regolare, favorisce il mantenimento della densità ossea.

Malattie che possono causare una perdita di osso

Ci sono molte malattie che possono danneggiare l’osso e aumentare il rischio di osteoporosi, direttamente oppure indirettamente, perché richiedono l’uso di farmaci che a loro volta hanno un effetto negativo sullo scheletro o implicano un’inattività o una riduzione della mobilità. Tra queste, vi sono in primo luogo le malattie del sistema endocrino, seguite dai disturbi digestivi e gastrointestinali, dalle malattie autoimmuni, da alcuni tumori e dai disturbi del comportamento alimentare. Nella tabella *** è fornito un elenco delle patologie che incidono negativamente sulla salute dell’osso e possono favorire la comparsa dell’osteoporosi. Chi è affetto da una di queste condizioni deve consultarsi con il proprio medico per valutare se è il caso di fare l’esame per valutare la densità ossea e, in presenza di osteoporosi, prendere le adeguate contromisure.

Tabella ***. Le principali malattie e condizioni che possono indurre una perdita di massa ossea e favorire l’osteoporosi.

Disturbi ormonali
Diabete
Ipertiroidismo
Iperparatiroidismo
Malattie delle ghiandole surrenali, come la sindrome di Cushing
Disturbi dell’ipofisi
Amenorrea e mestruazioni irregolari
Bassi livelli di testosterone nell’uomo (ipogonadismo primitivo o secondario)
Menopausa precoce
Menopausa chirurgica

Disturbi digestivi e gastrointestinali
Celiachia
Colite ulcerosa
Malattia di Croh

Malattie reumatologiche autoimmuni
Artrite reumatoide
Spondilite anchilosante
Lupus eritematoso sistemico

Tumori solidi
Cancro al seno
Cancro alla prostata

Malattie del sangue
Leucemia e linfoma
Mieloma multiplo
Anemia falciforme
Talassemia
Mastocitosi

Malattie neurologiche
Sclerosi multipla
Malattia di Parkinson
Ictus
Lesioni al midollo spinale

Disturbi mentali
Depressione
Disturbi del comportamento alimentare (anoressia)

Interventi medici
Gastrectomia
Interventi di chirurgia bariatrica (bypass gastrointestinale)
Trapianto di organi

Altre malattie
AIDS/infezione da HIV
Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
Insufficienza renale cronica
Malattie del fegato
Poliomielite e sindrome post-polio
Scoliosi

Farmaci che possono danneggiare l’osso

Diverse classi di farmaci, in particolare i cortisonici (corticosteroidi), ma anche alcuni antiepilettici, l’eparina, alcuni antitumorali e molti altri possono indurre direttamente una perdita di osso e, quindi facilitare lo sviluppo dell’osteoporosi, anche in persone giovani, specie se assunti a dosaggi elevati e per un periodo prolungato, nonché aumentare il rischio di frattura a seguito di una caduta. Nella tabella *** sono elencati i principali farmaci potenzialmente dannosi per le ossa.

In molti casi, tuttavia, questi farmaci sono indispensabili perché si usano per curare malattie gravi, per le quali spesso non ci sono alternative efficaci. Per ridurre il rischio di osteoporosi connesso al trattamento, tali agenti andrebbero utilizzati alla dose più bassa possibile e per il tempo più breve possibile per controllare i sintomi. Inoltre, il rischio può essere ridotto associando opportune terapie preventive o di supporto.

I cortisonici (o corticosteroidi) sono tra i farmaci più dannosi per la salute delle ossa. Questi medicinali sono ampiamente utilizzati per ridurre l’infiammazione in un’ampia gamma di malattie, come l’asma, l’artrite reumatoide, il lupus, il morbo di Crohn e le allergie; inoltre, sono impiegati nel trattamento di alcuni tumori e nel trapianto di organi. Tra i più utilizzati ci sono il desametasone, il metilprednisolone e il prednisone. Assumere 5 mg o più al giorno di un cortisonico per più di 3 mesi può aumentare il rischio di perdere massa ossea e di sviluppare osteoporosi. Chi deve prendere un cortisonico per un periodo più lungo, dovrebbe adottare delle misure per prevenire la perdita di osso. Inoltre, quando si assumono questi farmaci è particolarmente importante mettere in campo adeguate misure di prevenzione dell’osteoporosi: assicurare all’organismo ogni giorno un apporto sufficiente di calcio e vitamina D, fare attività fisica regolare, non bere troppo alcol e non fumare.

Gli inibitori dell’aromatasi sono farmaci attualmente molto utilizzati nel trattamento del carcinoma della mammella e della prostata, ma hanno un effetto negativo sull’osso. I pazienti che vengono trattati con questi farmaci, sia femmine che maschi, vanno incontro rapidamente a una perdita di massa ossea e a un aumento del rischio di fratturarsi. Tuttavia, gli enormi vantaggi sul fronte della cura della neoplasia non pongono nemmeno il dubbio che questi farmaci debbano essere sospesi per il timore dell’osteoporosi. È necessario, però, che in tutti i pazienti a cui viene prescritta questa terapia si tenga in considerazione la problematica dell’osteoporosi e vengano adottate tutte le misure necessarie (farmacologiche e non farmacologiche) per prevenire la perdita di massa ossea.

Tabella ***. Farmaci che possono causare una perdita di osso.

Antiacidi contenenti alluminio
Alcuni antiepilettici
Inibitori dell’aromatasi
Alcuni chemioterapici
Ciclosporina A e Tacrolimus
Corticosteroidi
Analoghi dell’LHRH
Eparina
Sali di litio
Medrossiprogesterone acetato ad uso anticoncezionale
Metotrexato
Inibitori della pompa protonica (PPI)
Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)
Antidiabetici della classe dei tiazolidinedioni