Le diverse età dell’osso
Dal momento della nascita in poi, per tutta l’infanzia e l’adolescenza, fino a circa 20 anni, le ossa aumentano in lunghezza e in spessore e si irrobustiscono per sostenere il peso sempre maggiore del corpo che si sta sviluppando, arrivando ad assumere la loro forma definitiva. In questa fase di crescita, nel processo di rimodellamento osseo la formazione di nuovo osso prevale nettamente sul riassorbimento e il risultato finale è l’accrescimento dello scheletro e l’aumento della massa ossea, cioè della quantità di minerali (soprattutto sali di calcio) accumulati nelle ossa. Il 90% della massa ossea dell’adulto viene costruito nei primi 20 anni di vita.
A questa prima fase di crescita segue una seconda fase di consolidamento, che dura all’incirca fino a 25 anni nella donna e fino a 30 nell’uomo, durante la quale si deposita il restante 10% e si raggiunge il cosiddetto picco di massa ossea, il cui valore ha un’importanza fondamentale nel ridurre le probabilità di sviluppare l’osteoporosi con l’avanzare degli anni. L’entità del picco di massa ossea raggiunto dipende da diversi fattori, tra cui fattori genetici (sesso, razza, ecc.), il grado di attività fisica svolta dal soggetto, l’alimentazione (che deve assicurare un apporto adeguato di calcio e vitamina D) e la produzione degli ormoni sessuali.
Terminato il consolidamento, in una persona in buona salute e a meno che non siano presenti malattie o condizioni particolari (per esempio l’uso continuativo di steroidi), l’osso continua ad andare incontro a un rimodellamento, ma i processi di deposizione e riassorbimento si equivalgono, per cui l’osso rimane in equilibrio, nella donna sino alla menopausa, nell’uomo sino a 65-70 anni.
Arrivati a questo punto, inizia la fase di riassorbimento. Via via che si invecchia, come altri meccanismi fisiologici, anche il rimodellamento diventa meno efficiente e il riassorbimento tende a prevalere sulla formazione di nuovo osso. Lo scheletro inizia a perdere minerali e la massa ossea, di conseguenza, diminuisce. Quando la massa minerale ossea si riduce al di sotto di una certa soglia, le ossa, fragili e indebolite, sono a rischio di frattura.
È chiaro che questa soglia viene raggiunta più facilmente e rapidamente da chi, da giovane, non ha raggiunto un picco di massa ossea elevato. Il picco di massa ossea raggiunto in gioventù è fondamentale per la protezione dello scheletro nell’anziano (e nella donna in post-menopausa). Infatti, maggiore è il suo valore, minore è il rischio di sviluppare l’osteoporosi quando si è vecchi.
Il picco di massa ossea può essere considerato un po’ come un conto corrente bancario, nel quale è stato depositato un capitale per il futuro, sotto forma di sali minerali. Se il capitale iniziale era alto, un prelievo continuo e ripetuto nel tempo avrà effetti meno deleteri e permetterà di arrivare più tardi alla zona a rischio di fratture.
È dunque essenziale essere consapevoli del fatto che le basi per avere uno scheletro robusto e in salute anche nella terza età si gettano quando si è giovani, e fin da questo momento deve iniziare la prevenzione dell’osteoporosi, basata innanzitutto su uno stile di vita sano, un’alimentazione ricca di calcio, un apporto adeguato di vitamina D e una regolare attività fisica.