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Le dimensioni del problema osteoporosi

 

L’osteoporosi rappresenta un problema di grande rilevanza clinica e non solo. Vista la sua ampia diffusione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’ha definita una vera e propria “malattia sociale”. Infatti, l’allungamento della vita media al quale si è assistito negli ultimi decenni ha fatto aumentare molto il numero delle persone a rischio di osteoporosi, e quindi di frattura, con una tendenza che appare inesorabilmente in crescita.

Secondo alcune stime, l’osteoporosi colpisce in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone circa 75 milioni di persone e in tutto il mondo circa 200 milioni di donne: circa il 10% delle donne di 60 anni, il 20% di quelle di 70, il 40% di quelle di 80 e il 65% di quelle di 90.

Non dimentichiamo, però, che sebbene la malattia colpisca maggiormente il sesso femminile, ha un impatto rilevante anche in quello maschile.

Utilizzando i criteri diagnostici dell’OMS, infatti, l’International Osteoporosis Foundation (IOF) ha stimato che nell’Unione europea circa 22 milioni di donne e 5,5 milioni di uomini abbiano l’osteoporosi, di cui il 14% in Italia per entrambi i sessi, e secondo le proiezioni, a causa dei cambiamenti demografici della popolazione, il numero di persone affette da questa malattia passerà dai 27,5 milioni del 2010 a 33,9 milioni nel 2025, con un incremento del 23%.

Di pari passo con l’aumento della diffusione dell’osteoporosi, è previsto un incremento notevole delle fratture da fragilità, che ne rappresentano la complicanza più importante, e dei relativi costi assistenziali, con un impatto pesante sui pazienti, i loro famigliari, i sistemi sanitari e la società nel suo complesso. Da qui l’importanza di mettere in atto adeguate misure di prevenzione del problema osteoporosi, prevenzione che per essere pienamente efficace deve iniziare fin dalla giovane età.