Com’è fatto l’osso?
Per comprendere esattamente come si instaura l’osteoporosi, è essenziale capire come sono fatte e come funzionano le ossa che costituiscono il nostro scheletro.
Il tessuto osseo, di cui sono fatte le ossa, è costituito fondamentalmente da tre componenti:
- una componente organica, detta matrice ossea, formata da un’impalcatura di fibre proteiche (per lo più collagene) che conferiscono all’intera struttura coesione, elasticità e resistenza;
- una componente cellulare, come qualsiasi altro tessuto. L’osso è costituto principalmente da tre tipi di cellule: gli osteoblasti (responsabili della formazione e deposizione di nuovo osso), gli osteoclasti (deputati alla distruzione e al riassorbimento dell’osso vecchio) e gli osteociti (che hanno probabilmente un ruolo di regolazione autonoma di questi due processi);
- una componente minerale, rappresentata essenzialmente da cristalli di sali di calcio e fosforo (idrossiapatite), ma anche di magnesio e altri elementi, depositati tra le fibre della matrice ossea, che conferiscono all’osso la sua rigidità e robustezza. È proprio la presenza di questi sali minerali – caratteristica che lo differenzia da tutti gli altri tessuti del corpo umano – a rendere l’osso duro, compatto, resistente agli urti e agli sforzi meccanici.
Queste componenti si dispongono a formare due tipi diversi di osso: l’osso corticale (o osso compatto) e l’osso trabecolare (o spugnoso). L’osso corticale si trova nella parte esterna dell’osso e, se osservato al microscopio, appare formato da lamelle ossee concentriche aderenti l’una all’altra, senza spazi vuoti; nella parte interna si trova, invece, l’osso trabecolare, caratterizzato da una struttura ad alveare, con innumerevoli cavità delimitate da una fitta rete di lamelle intersecate tra loro. La struttura dell’osso spugnoso contribuisce a renderlo più leggero senza ridurne la capacità di sopportare carichi e nello stesso tempo, grazie alla sua architettura, a renderlo più elastico e meno fragile. L’aumento della fragilità ossea tipica dell’osteoporosi dipende, più che da un assottigliamento dell’osso corticale, da una perdita e una riduzione di trabecole dell’osso spugnoso, che rende le ossa più porose e, quindi, strutturalmente più deboli.
La percentuale di osso corticale e trabecolare varia nelle diverse ossa. L’osso corticale compatto costituisce quasi l’80% del totale ed è maggiormente rappresentato nelle ossa lunghe (come l’omero e il femore), mentre l’osso trabecolare è circa il 20% del totale ed è più abbondante nelle ossa piatte, come quelle del cranio, e nelle ossa corte, come le vertebre, dove l’osso corticale forma solo uno strato sottile.