E’ con tristezza che la nostra Società commemora ed omaggia oggi la memoria del Prof. Gaetano Crepaldi, mancato solo qualche giorno fa, a 93 anni, essendo nato il 6 gennaio 1931, a Porto Tolle. Andava fiero delle sue origini del Polesine, ma vantava anche di essere per metà emiliano, essendo sua madre di Finale Emilia, dove egli stesso ha trascorso lunghi periodi della sua giovinezza nella casa di Famiglia.
Nel 1955 si laureava in Medicina e Chirurgia con 110/110 e lode, presso l’Università di Padova. Successivamente, otteneva una post-doctoral fellowship presso l’Università di Los Angeles, California, in tempi in cui non era ancora affatto comune trascorrere periodi di formazione all’Estero. Raccontava volentieri di questo suo tempo e gli piaceva ricordare di avere iniziato le sue ricerche come Ematologo, “lymphocyte man”, diceva divertito, ma orgoglioso. Si specializzava poi in Ematologia, Cardiologia e Geriatria.
Già nel 1962 diveniva Assistente Ordinario presso la Clinica Medica dell’Università di Padova. Dal 1965 diveniva via via Libero Docente, prima in Patologia Speciale Medica e Metodologia Clinica, poi in Clinica Medica Generale e Terapia Medica ed infine in Endocrinologia. Nel 1975 diveniva Professore Ordinario in Gerontologia e nel 1981 Professore Ordinario in Medicina Interna, sempre presso l’Università di Padova. E’ stato Fondatore e Direttore della Scuola di Specializzazione in Diabetologia e Malattie del Ricambio, e Direttore della Scuola di Specializzazione in Geriatria, sempre presso l’Università di Padova.
Ha diretto la Divisione di Gerontologia e Malattie del Ricambio dell’Università dì Padova, poi quella di Patologia Medica 1 e successivamente quella di Clinica Medica 1, in cui molti suoi allievi ancora oggi lavorano. Dopo il suo pensionamento, è rimasto incredibilmente attivo, divenendo Direttore del Centro per lo Studio dell’Invecchiamento del Consiglio Nazionale delle Ricerche, con sede a Padova. E’ stato Presidente di molteplici Società Scientifiche nazionali ed internazionali relative all’Ageing, il Diabete Mellito, l’Aterosclerosi e l’Osteoporosi.
E’ stato Rappresentante, per l’Italia, presso la International Association of Gerontology e Coordinatore per le aree della Diabetologia, Gerontologia ed Osteoporosi nell’ambito dell’Accordo di Cooperazione Scientifica e Tecnologica Italia-USA. Proprio nel campo del Metabolismo glucidico e lipidico, nello studio dell’Aging e dell’Osteoporosi ha concentrato le sue attività di ricerca, di assistenza ai malati e di Coordinamento di Progetti Nazionali ed in moltissimi casi, Internazionali. E’ stato Ideatore e fondatore del “Morgagni Prize”, un premio ambito e riservato a giovani ricercatori europei attivi nell’ambito della ricerca metabolica, clinica e di base.
Si è distinto per la sua attività di Ricerca, certamente poliedrica ma sempre molto raffinata, con più di 600 pubblicazioni su riviste di prestigio al suo attivo.
Ha cresciuto intere generazioni di Allievi, fierissimi di esserlo, poi giunti a rivestire posti Accademici di grandissimo prestigio. Uomo dall’intelligenza vivida e dotato di una incredibile visione lungimirante delle cose e di inarrestabile passione, è stato tra i Padri Fondatori della moderna Medicina Interna.
Sarebbe inutile andare oltre, censendo tutti i suoi numerosissimi e prestigiosissimi incarichi, gli innumerevoli successi ottenuti. Meglio ricordarlo anche come Uomo. Si era prodigato in molteplici attività: si appassionava alle vicende politiche ed aveva seduto nel Consiglio Comunale di Padova. Coltivava una passione per i vini di qualità, che trovavano anche alloggio nella fornitissima e tecnologica cantina di casa sua e che spesso donava con orgoglio ai suoi Allievi ed Amici. Chi aveva viaggiato in auto con lui temeva talora la sua guida molto “sportiva”: lunghi tratti in autostrada in corsia di sorpasso, con lui alla guida e l’allievo di turno accanto, impegnato a ripassare relazioni e recenti lavori scientifici, ma ancor di più nell’inutile tentativo di rallentare la corsa, tentando di frenare, spingendo con forza i piedi sul tappetino! Non gli era insolito perdere la pazienza, ma chi lo conosceva bene sapeva che i suoi rimproveri, talora robustissimi, non lasciavano nel suo animo rancore alcuno. Anzi, perdonava con gioia ed affetto, che sapeva trasmettere con grande agio.
Non ci resta che rivolgergli ogni gratitudine possibile, garantendogli che sarà sempre presente nei nostri più vivi pensieri.